I Volti Nuovi del Gruppo, Filippo Zaccanti: “Il sogno è vincere una grande tappa in una corsa a tappe”
Continua il nostro viaggio alla scoperta dei Volti Nuovi del Gruppo. Con questa rubrica cercheremo di scoprire e presentare i neoprofessionisti italiani. Quest’oggi facciamo la conoscenza di Filippo Zaccanti, passato professionista alla NIPPO – Vini Fantini, con la quale farà il suo debutto il prossimo 11 febbraio al Trofeo Laigueglia. Classe 1995, il corridore bergamasco ha corso l’anno scorso con la Colpack fra gli Under23, centrando due vittorie. Oltre ai successi, sono inoltre arrivati anche importanti piazzamenti in alcune delle corse a tappe più importanti per i dilettanti, come Giro d’Italia Under23 e Giro della Valle d’Aosta.
Ciao Filippo, come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo?
Ho cominciato da esordiente grazie ad un mio amico con cui andavo a scuola; abbiamo iniziato insieme. In realtà, anche mio padre spingeva perché praticassi ciclismo visto che era appassionato di ciclismo.
Per chi non ti conosce, che tipo di ciclista sei?
Fra i dilettanti ed in generale nelle categorie giovanili sono emerso come scalatore, inoltre mi difendo bene in pianura. Ora ovviamente fra i professionisti è tutto diverso e dovrò riscoprire che corridore sono.
Nel 2017 hai centrato due vittorie, a quale delle due sei più legato?
Sicuramente quella alla Pessano – Roncola. L’arrivo era vicino casa ed era la seconda vittoria consecutiva in quella corsa visto che avevo già vinto l’anno prima, mentre nel 2015 ero arrivato al secondo posto. È una corsa alla quale sono molto legato.
Hai centrato dei buoni piazzamenti sia al Giro d’Italia Under23 che al Giro della Valle d’Aosta. Hai qualche rimpianto per come sono andate poi le due corse?
In entrambe le corse ho qualche rimpianto. Al Giro d’Italia ci sono arrivato con una condizione non ottimale per via di alcune cadute precedenti. Alla fine mi sono dovuto accontentare, se così possiamo dire, di un terzo posto di tappa. Al Valle d’Aosta invece ero al massimo della forma ed ero in buona posizione in classifica, ma sono stato costretto al ritiro per alcuni problemi intestinali proprio nella tappa regina.
Hai avuto modo di correre fra i professionisti con la maglia della nazionale al Giro dell’Appennino 2015 e alla Coppa Agostoni 2017, quali sono le differenze principali fra le due categorie?
Il ritmo è completamente diverso e anche la strategia di gara. Nei dilettanti si corre sempre all’attacco, senza una logica, mentre fra i professionisti è tutto più schematico. Poco dopo il via parte la fuga e poi il ritmo cresce gradualmente fino ai finali di gara dove emergono i migliori.
Il tuo passaggio fra i professionisti è stato annunciato solo a novembre. Pensavi dentro di te di poter passare già quest’anno o ti eri convinto di rimanere ancora una stagione fra gli Under23?
In realtà ero in vacanza quando mi hanno avvertito che potevo passare in questo 2018. Con la mente ero già proiettato ad una nuova stagione fra i dilettanti, ma è arrivata questa offerta inaspettata e bellissima.
Conosci già il tuo calendario?
L’esordio sarà al Trofeo Laigueglia a febbraio per poi partecipare a Tour de Langkawi, Settimana Coppi e Bartali e Tour of the Alps. Il resto della stagione si vedrà poi più avanti.
Cosa ti aspetti dal tuo primo anno fra i professionisti?
In questo primo anno credo che dovrò soprattutto accumulare esperienza. È troppo presto per puntare a qualche corsa in particolare, per ora non voglio sbilanciarmi.
In futuro che corsa sogni di vincere?
Se devo parlare di sogno dico il Tour de France. A me piace soprattutto quando un corridore vince una grande tappa di un corsa a tappe. Sarebbe qualcosa di bellissimo.
Avevi un idolo da piccolo?
Sembra esser una risposta scontata, ma era Marco Pantani, nonostante lo abbia visto correre solo pochi anni.
Saresti felice del tuo 2018 se…
Vorrei che andasse tutto per il meglio, la squadra girasse bene ed io possa dare il mio contributo per aiutare la squadra a vincere.
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